A differenza di altri beni di primaria importanza, come il petrolio, il rame o il grano, l'acqua non è sostituibile nella maggior parte dei suoi impieghi e non è economicamente conveniente il suo trasporto a distanze superiori a qualche centinaio di chilometri.

A causa della crescita della popolazione mondiale e altri fattori, la disponibilità di acqua potabile per persona sta diminuendo. Il problema delle riserve acquifere può essere risolto con un deciso aumento della produzione, una migliore distribuzione e un minore spreco. Per questo motivo, l'acqua è una risorsa strategica per molti paesi. Tanti stati sono stati coinvolti in una lunga successione di conflitti, armati e politici, per l'usufrutto d'acqua, per l'accesso alla stessa e tensioni governano alcuni rapporti diplomatici proprio per il controllo sulle riserve.

L'acqua pulita è quotata come il petrolio del futuro, facendo del Canada, con la sua naturale abbondanza d'acqua, la potenza più grande del mondo. L'acqua dolce, ora più preziosa che mai per il suo uso estensivo in agricoltura, nelle manifatture ad alta tecnologia e per la produzione di energia idroelettrica, sta pian piano acquisendo l'attenzione della gente per una gestione più intelligente e un uso sostenibile.

Tuttavia, l'acqua salata non è adatta a nessuna delle suddette applicazioni. Il sale elimina la fertilità dei terreni, impedendo successivi raccolti; incrosta le turbine e le pale di una centrale, e in generale i componenti meccanici di un'industria manifatturiera.

L'acqua del mare è presente in una quantità pressoché infinita sulla Terra, e potrebbe risolvere definitivamente il problema della siccità nel mondo, se si riuscisse a ricavarne acqua dolce. La tecnica di desalinazione più usata e meno costosa, al momento, utilizza l'osmosi inversa, ma è comunque dispendiosa dal punto di vista energetico (6 kw*h/m3 di acqua). Fra le ipotesi discusse, si è pensato all'utilizzo di reattori nucleari per alimentare gli impianti, oppure ad un eolico off-shore in cui le pale al largo nel mare forniscono l'energia che serve ai desalinatori sottostanti per depurare l'acqua e pomparla fino alla costa.

L'acqua dolce rappresenta solo il 2,5% del volume totale presente sulla Terra, e più dei 2/3 dell'acqua dolce si trovano in pochi ghiacciai, in particolare nell'Artide. Un ulteriore 30% si trova in riserve sotterranee e solo meno dell'1% dell'acqua dolce si trova in laghi, fiumi o bacini ed è quindi facilmente accessibile.

Il World Water Development Report dell'UNESCO nel 2003 indica chiaramente che nei prossimi vent'anni la quantità d'acqua disponibile per ogni persona diminuirà del 30%. Il 40% della popolazione mondiale non può permettersi il lusso dell'acqua dolce per una minima igiene. Oltre 2,2 milioni di persone sono morte nel 2000 per malattie causate dall'acqua inquinata. Nel 2004 l'organizzazione di carità britannica "WaterAid" ha calcolato che un bambino muore ogni 15 s per via di malattie contratte dall'acqua facilmente prevenibili. Il problema è stato peraltro affrontato all'Earth Summit di Rio De Janeiro già nell'1992, che portò tra le altre cose, all'istituzione del giorno internazionale dell'acqua.

I governi di molti Paesi hanno programmato di distribuire l'acqua ai bisognosi gratuitamente. Altri sostengono che il meccanismo del mercato e della libera iniziativa privata sia più adeguato alla gestione di questa preziosa risorsa e al finanziamento per la costruzione di pozzi, cisterne e dighe.

La rarità del bene e il conseguente rialzo dei prezzi dovrebbe indurre al risparmio idrico, così come la concorrenza fra società idriche, per ottenere in esclusiva la gestione in un certo territorio, dovrebbe spingere all'ammodernamento degli impianti e alla riduzione delle perdite negli acquedotti. Tali società, non essendo enti pubblici, non sarebbero legate ad un obbligo di trattamento paritetico per tutti i clienti e tenderebbero a fare condizioni di favore ai clienti industriali e agricoli, che incidono su alte percentuali del loro fatturato; in un ottica di profitto, e dato il potere contrattuale dei maggiori utenti di risorse idriche, è probabile l'adozione di schemi tariffari che prevedono sconti quantità, e in questo modo disincentivano il risparmio, premiando i maggiori consumatori di risorse idriche.

L'80% dell'acqua dolce è destinata all'agricoltura per l'irrigazione e all'industria, mentre solo una minima parte serve le utenze civili. Gli impianti di irrigazione a microgoccia sono una tecnologia che consente di abbattere di alcuni ordini di grandezza i consumi idrici in agricoltura; nelle ore calde, buona parte dell'acqua destinata all'irrigazione di aree aperte, evapora.

Gli impianti inoltre non rilevano l'umidità del terreno, se è satura la sua capacità di assorbimento, oltre la quale l'acqua irrigata evapora o si perde in superficie, senza nutrire le coltivazioni. Inoltre, l'utilizzo di impinati di irrigazione a microgoccia può essere completato con canalizzazioni per la microirrigazione interrate, che portano l'acqua direttamente alle radici delle piante, evitando le perdite per evaporazione e la dispersione nel terreno. Oltre all'acqua, arrivano micronutirienti e fosfati, abbattendo i rischi d inquinamento dei terreni e i costi di concimazione.

Anche nel caso dell'industria, vi sono margini di efficienza attraverso la depurazione degli scarichi e il riutilizzo delle acque reflue negli stessi impianti industriali o per l'irrigazione, contenendo le emissioni inquinanti nelle falde acquifere, dalle quali si attinge l'acqua potabile.

Alcune ulteriori fonti di risparmio idrico sono rappresentate dalla raccolta di acqua piovana in apposite cisterne, in particolare per l'irrigazione, dall'utilizzo di acqua di condensa ottenuta tramite deumidificatori o di altri sistemi in grado ad esempio di ricavare acqua dolce dalla condensa della nebbia.